RIOS 2022

Ci sono molti modi di raccontare un evento RIOS, ce ne sono altrettanti, forse di più, quando chi racconta ha partecipato a quell’evento e poi c’è l’evento, in sé, con la sua scaletta, i suoi organizzatori, il suo pubblico e le innumerevoli variabili che lo rendono per il lasso di tempo in cui il sipario rimane aperto, come una creatura, vivo.

I 2 cents di Matteo Marcato: responsabile della comunicazione ITServicenet

Il mio evento inizia lunedì 07.11, a dire il vero ho messo piede all’EUR nel palazzo dei congressi l’08.11 alle ore 09:15, ma l’irresistibile attrattiva della città eterna ha suggerito una dilatazione del tempo ed è così che mi sono ritrovato su un aereo il giorno precedente, direzione naturalmente, Roma.

L’impatto con un evento live è sempre differente, può essere amore a prima vista oppure si può vivere una relazione occasionale con alti e bassi, c’è anche la possibilità che la scintilla non scocchi proprio, in quel caso solitamente non si rimane fino al termine.

Non è stato questo il caso, partendo dalla fine infatti posso dire che abbiamo “fatto chiusura” con i colleghi di ITServicenet e ce ne siamo usciti dopo una giornata intensa con i nostri cappelli rossi, gradito gadget riservato ai fruitori virtuosi dell’intero evento.

Ci siamo portati via ben protetti dal nuovo copricapo concetti, spunti di riflessione e finalmente il giusto quantitativo di rapporti umani, per i quali abbiamo ampi spazi nel magazzino del cuore da tornare a riempire, dopo gli ultimi due anni e mezzo.

Questo breve racconto però non vuole essere un reportage in stile giornalistico o seguire un noioso schema ingegneristico classico, voglio piuttosto saltare di palo in frasca, un po’ così, come dettano i due comandanti in capo che muovono le dita sulla tastiera: cuore e mente.

Dunque posso iniziare dicendo che non me l’aspettavo, non mi aspettavo di trovare così tanta gente ad un evento come quello di Red Hat, seppure i nomi degli sponsor e degli speaker annunciati fossero di altissimo livello si trattava sempre e comunque di un evento con temi complessi, spesso molto settoriali e quantomeno di nicchia.

Invece si è assistito ad un fiume di gente a passeggio tra gli stand e al netto dei raccoglitori di gadget (sempre presenti dalla sagra della porchetta al forum sulla fisica quantistica immagino), di persone che venivano a incontrarci all’angolo RIOS, composto da ben 4 banchi accoglienza.

RIOS - Red Hat Day Roma - OSW 2022

Si trattava di curiosi oppure di clienti o potenziali tali sorridenti, che avevano voglia di dirci la loro sull’evento in corso e perché no, di stingere la mano.

Bella poi e soprattutto stupefacente la seconda parte, quando nel pomeriggio lasciate poche vedette a presidiare i gazebo d’accoglienza, gran parte dei visitatori si è spostata al primo piano, dove il vero momento nerd della giornata stava per compiersi.

Sei sale, adibite a luogo di raccolta per gli speaker di giornata, che per tre ore si sono alternati in contemporanea nelle diverse room sui più svariati temi, dal cloud native alla gestione del dato, dalla sicurezza informatica allo sviluppo di algoritmi di intelligenza artificiale.

La Rios Track al Red Hat Summit Connect Rome

Noi nella sala workshop riservata a RIOS abbiamo esordito con un sorriso ben evidente in viso, quando nel corso del primo speech abbiamo dovuto far aggiungere sedie in sala, e la soddisfazione si è trasformata in stupore quando dopo l’intervento dei prodi Davide Lamanna (Binario Etico) e Alessandro Bolgia (ITServicenet) su temi “leggeri" come Ceph e Kubernetes accoppiati, abbiamo visto accalappiare il secondo al volo alla discesa dal palco da alcuni uditori presenti in sala, per avere delle delucidazioni sul tema.

Un ricordo vivido è quello di Alessandro Favretto (SMC) che mi si avvicina a speech in corso, durante la mia foto session di rito e mi sussurra: “Siamo fighi o no?”.

Lo stupore si è poi ulteriormente mutato in effetto WOW quando dopo 2 ore di speech erano finiti i braccialetti segnalatori all’uscita dalla nostra sala, piccolo segno di riconoscimento per chi terminava di ascoltare un intervento, grande indicatore per RIOS dell’interesse suscitato dalle tematiche proposte, con un file rouge vincente che univa le tecnologie più disparate e ben 9 aziende sotto un unico cappello narrativo, quello della gestione del dato in tutte le sue fasi.

Che dire poi del piacere di salutare dal vivo quelle che per anni sono rimaste sagome in movimento dentro ad un monitor, nelle innumerevoli videocall settimanali del gruppo RIOS.

Riconoscersi e riscoprirsi uguali ma in fondo diversi una volta dotati della tridimensionalità che solo la presenza sa offrire.

Due aneddoti su tutti, l’abbraccio all’arrivo con Neviana Mazzocco (Seacom), che mi ha pure suggerito un B&B delizioso dove alloggiare e l’incontro con Stefano Marchetti (Red Turtle), che ha esordito sorridendo con un:

“Ciao Matteo, non sembravi così alto in call :D”

Per non parlare di tutti i ragazzi del marketing RIOS che indipendentemente dall’azienda di appartenenza hanno dato tutto per confezionare in 3 anni 3 eventi sempre di livello crescente, vedere dal vivo David, Federico, Claudio, Antonio, Enrico, Valentina, Maria Pina (che mi ha pure fatto i complimenti per il voiceover di audiobook) e qualcuno che sicuramente ora mi sfugge, sinceramente è stato molto bello.

Insomma per concludere è stata un’ottima esperienza, una giornata live incastonata in una tre giorni di Open Source Week giunto alla terza edizione, che conferma ancora una volta che il grande sforzo per realizzare un evento di divulgazione paga, paga sempre.

Al prossimo reportage sconnesso.

Ing. Matteo Marcato

centOS

Circa un mese fa una notizia altamente esplosiva è apparsa su diverse testate che si occupano di informatica e il mondo Open Source è indubbiamente rimasto scosso.

CentOS diventa CentOS Stream, Red Hat stravolge il progetto e gli utenti si rivoltano.

Questo si leggeva su HWupgrade -> articolo qui ->

https://edge9.hwupgrade.it/news/innovazione/centos-diventa-centos-stream-red-hat-stravolge-il-progetto-e-gli-utenti-si-rivoltano_94085.html

Ma anche html.it titolava

CentOS diventa CentOS Stream e non è una buona notizia.

Articolo qui ->

https://www.html.it/15/12/2020/centos-diventa-centos-stream-e-non-e-una-buona-notizia/

In estrema sistesi Red Hat ha dichiarato che “non esisterà più una versione stabile e consolidata di CentOS che riproponga in tutto e per tutto quanto disponibile nel mondo RHEL: Red Hat Enterprise Linux."

Gli utilizzatori di CentOS non hanno reagito propriamente in modo entusiastico e noi abbiamo voluto tastare il polso della community Enterprise OSS per capire cosa ne pensano.

Prima

Sei anni fa la totalità degli sviluppatori CentOS è stata assunta da Red Hat (quindi sì, Red Hat ha acquisito di fatto CentOS). Molto probabilmente il piano già era in atto.

Seppur i repository fossero differenti, fino ad oggi è stato possibile tranquillamente considerare CentOS una RHEL senza subscription.

Le differenze sono (ancora per poco) nelle tempistiche degli update che, logicamente, in CentOS arrivano generalmente (salvo casi di gravi bug di sicurezza) dopo.

Molti utenti partendo da questo chiaro presupposto si domandavano:

- Perché acquistare RHEL con il supporto quando, di fatto, la stessa Red Hat fornisce una distribuzione speculare in tutto e per tutto, gratuitamente? -

Dopo

Ora l'alternativa a Red Hat che non c'è più.

La comunità degli utenti non ha preso affatto bene questa novità, anche perché assieme ad essa è stato annunciato il termine del supporto di CentOS 8 nel 2021, quando la fine "naturale" avrebbe dovuto essere nel 2029, a dieci anni dal rilascio avvenuto nel settembre 2019!

Quale alternativa a CentOS?

Esisteva un'alternativa diretta a CentOS chiamata Scientific Linux, sponsorizzata anche dal CERN, che però ha chiuso i battenti lo scorso anno.

L'unica alternativa che rimane è Oracle Enterprise Linux.

Come scrive la stessa Oracle con una certa dose di autoironia: "Il supporto è a pagamento. Se volete solo il software, è al 100% gratuito. [...]

Il codice sorgente è gratuito, i binari sono gratuiti, gli aggiornamenti sono gratuiti, è liberamente e gratuitamente redistribuibile, è gratuito anche per l'uso in produzione.

Sì, sappiamo che è un prodotto Oracle, ma è veramente gratuito.

Sul serio.

È possibile effettuare il passaggio da CentOS a OEL con due soli comandi mantenendo praticamente intatto il proprio sistema.”

C'è però, chi sta pensando a un progetto completamente nuovo che rimpiazzi CentOS:

Gregory Kurtzer, Rocky Linux https://rockylinux.org/it/

Insomma che dire, senza palla di cristallo non possiamo prevedere il futuro al solito ma per chiudere, una riflessione:

“Anche nell’open vanno fatte le dovute valutazioni sui prodotti e sulle tecnologie, la solidità e durata nel tempo di queste soluzioni è fondamentale, ecco perché serve affidarsi a professionisti che sappiano prenderci per mano e guidarci anche quando il mare non è calmo”

Ed Enterprise OSS è nata proprio per questo.

Enterprise OSS Staff

open source 2019

Questo articolo è tratto da uno più esteso di Amanda Brock, CEO di OpenUK che ci racconta cosa è successo nel mondo open source nel 2019

Trovate l’originale qui

https://www.information-age.com/7-game-changing-moments-open-source-technologies-2019-123486710/

1. Il copyright e i brevetti nel software open source potenziano l'open source

Open Invention Network (OIN) , il pool di brevetti open source che protegge Linux, ha raggiunto un punto di riferimento di 3.000 licenziatari nel 2019, rendendo OIN il più grande gruppo a difesa della proprietà intellettuale della storia e, come tale, il più grande pool di brevetti difensivi. 

Naturalmente, difende Linux, lavorando a stretto contatto con la Linux Foundation, ma oggi ha un mandato molto più esteso, con una suite più ampia di software open source che rientra nella sua protezione.

Le tecnologie "exFAT" di Microsoft sono state rese libere e disponibili per il kernel Linux nel 2019, portando la tecnologia chiave di Microsoft, storicamente utilizzata per contrastare l’open source, alla comunità open source stessa. 

Anche con l'adesione di Microsoft a OIN nel 2018, alcuni hanno dubitato delle buone intenzioni dell’azienda, ma l’apertura del codice da parte di Microsoft porta di fatto i brevetti exFAT a far parte del pool di brevetti OIN. Questo è concesso in licenza incrociata a costo zero per chiunque si iscriva a OIN.

"L’ affidamento all'open source nelle imprese è necessario per la trasformazione digitale"

E come affermiamo anche noi di Enterprise OSS : l'open source è un modo collaborativo e sociale per creare software in modo trasparente. E le imprese stanno iniziando a prenderne atto.

2. Aperti ad un movimento globale che sta prendendo piede

Abbiamo osservato movimenti globali nella direzione dell’open source nel 2019. I laboratori di innovazione tecnologica delle Nazioni Unite hanno istituito un comitato consultivo per la proprietà intellettuale e open source. 

È il primo del suo genere in un'organizzazione sovranazionale che supporta il codice aperto in conformità ai requisiti del USAID Digital Principle 6 per utilizzare Open Source, si tratta di standard e dati open validati da un Board composto da membri della comunità open source.

Ma le Nazioni Unite non sono le sole a utilizzare l'open source per il bene comune. La piattaforma di pagamento di provenienza aperta Mojaloop della Bill and Melinda Gates Foundation è in fase di sviluppo e implementazione in tutta l'Africa, offrendo servizi bancari a chi non può fruirne attraverso l'open source.

3. Progressi del governo e del settore pubblico

#OSSBeyond 2020 è stato lanciato dalla DG Connect della Commissione europea, con un seminario di due giorni e la Commissione ha indetto una gara d'appalto. Infine, la Commissione e gli Stati membri si adopereranno per rispettare l'impegno della Dichiarazione di Tallinn dal 2020 in poi.

Attendiamo con impazienza una serie di attività della DG Connect nei prossimi mesi a mano a mano che crescerà la loro consapevolezza, questo potrà portare ad un più rapido sviluppo dell’open in Europa.

4. L'open source guida la più grande transizione tecnologica della storia

In seguito all'acquisizione open source di Microsoft di GitHub nel 2018, IBM ha ottenuto l'approvazione delle autorità antitrust e della concorrenza per consentire l'acquisto di Red Hat , la più grande azienda open source del mondo, con un record di 34 miliardi di dollari. 

Ad acquisizione conclusa, il 9 luglio, l'amministratore delegato di Red Hat, Jim Whitehurst ha dichiarato: “Unire le forze con IBM offre a Red Hat l'opportunità di portare più innovazione open source a una gamma ancora più ampia di organizzazioni e ci consentirà di scalare per soddisfare l'esigenza di soluzioni di cloud ibrido che offrono vera scelta e agilità.”

5. Modelli di business open source e significato di open source

Un dibattito sta imperversando negli ultimi anni, poiché l'open source ha raggiunto la maturità nel mondo dell'impresa e diventare una parte preziosa dell'ecosistema enterprise non ha solo significato un flusso di denaro di segno positivo nel mondo open con le vendite di GitHub e Red Hat, ma anche che molte aziende vogliono inserire l'open source nel loro modus operandi, e di questo gli sviluppatori open hanno risentito a causa del riutilizzo dei loro prodotti basati su codice open source per il business, la qual cosa ha inciso sui loro modelli cosiddetti “open source pure play”.

Aspettiamoci di vedere molto di più su ciò che significa open source, di scoprire quali modelli di business funzioneranno, di rilevare tentativi di modificare le licenze.

Vi saranno discussioni su cosa significhi realmente Open Source e se è possibile fare soldi in una "società Open Source" o se questo modello di business funzioni solo per le fondazioni, come Linux Foundation, Apache o Open Stack. Viviamo in tempi interessanti.

6. L'hardware aperto

L'hardware aperto è andato sempre più forte con RISC-V, Open Compute, OpenPower e OSHUG tra i suoi numerosi sostenitori. 

Come ha detto Ali Fenn , Chief Innovation Officer di IT Renew : “L'hardware aperto è fondamentale per consentire alle infrastrutture di scalare, a partire dai massicci data center per il cloud fino alla pmi”

“I modelli hardware tradizionali sono restrittivi, mentre le piattaforme aperte consentono accessi, economie di scala e flessibilità attraverso più modelli di implementazione e cicli di vita delle apparecchiature che ci aiuteranno a soddisfare le esigenze in modo più sostenibile e di lungo periodo.”

Che dire, la nascita di Enterprise OSS nel 2019 dopo due anni di incubazione, sembra godere di una tempistica privilegiata ma quel che è certo è che più numerosi saremo nella nostra scelta di condivisione della conoscenza, più i risultati per ciascun componente del gruppo saranno apprezzabili.

 

Scopri come associarti a EOSS -> 

 

https://www.enterpriseoss.com/open-source-network/

Oggi parliamo di Ceph.

Non tutti lo conoscono, pochi sanno farlo funzionare a dovere, molti si avvicinano ma poi non sanno come metterlo in produzione.

Vi basterà aprire il portale https://ceph.io/ per trasformarvi in un moderno capitano Nemo (l’ultima versione di Ceph si chiama guarda caso Nautilus) ma se doveste decidere di intraprendere un avventuroso viaggio non costruirete uno straordinario sottomarino per solcare i sette mari, ma potrete creare un non meno straordinario cluster a partire da 3 nodi di calcolo o di storage o addirittura iperconvergente.

Per chiarirci le idee partiamo da un fidato wiki

“Ceph è un archivio oggetti distribuito e un file system progettato per fornire prestazioni, affidabilità e scalabilità eccellenti.”

E ancora

“Nell'informatica, Ceph è una piattaforma di archiviazione software gratuita, implementa l'archiviazione di oggetti su un singolo cluster di computer distribuito e fornisce interfacce per l'archiviazione a livello di oggetto, blocco e file. Ceph mira principalmente al funzionamento completamente distribuito senza un singolo punto di errore, scalabile al livello exabyte e disponibile gratuitamente.

Ceph replica i dati e li rende resistenti ai guasti, utilizzando hardware di base e non richiede alcun supporto hardware specifico. Come risultato della sua progettazione, il sistema è sia autorigenerante che autogestito, con l'obiettivo di ridurre al minimo i tempi di amministrazione e altri costi.”

Fonte: https://en.wikipedia.org/wiki/Ceph_(software)

Ceph è per chi vuole lasciare un segno

In questa sommaria descrizione si nota sicuramente la natura completamente open source di questo software, per altro sottolineata sulla home page del prodotto stesso, dove si legge a caratteri cubitali

GET INVOLVED cioè METTITI IN GIOCO, chiaro invito a chi se la sente ad addentrarsi tra i meandri del codice e migliorarlo in caso se ne abbiano le capacità, oppure a partecipare alla community.

Fonte: https://ceph.io/get-involved/

I Big dell’open source lo scelgono

Per la verità è dal 2014 che nomi come Red Hat prima e Suse poi hanno deciso di appoggiare i loro progetti di storage enterprise su questo oggetto, sempre meno misterioso.

Se ne fa chiara menzione in questo stralcio di storia su wikipedia, dove si scopre che l’inventore di Ceph e fondatore della Inktank (l’azienda finanziatrice del progetto) è Sage Weil e che

“..nell'aprile 2014, Red Hat acquistò Inktank per 175 milioni di dollari, portando in casa la maggior parte dello sviluppo di Ceph.
Successivamente nell'ottobre 2015, è stato istituito il Ceph-Community-Advisory-Board per guidare la community open dedita allo sviluppo della tecnologia dello storage software defined. Il comitato consultivo include membri della comunità Ceph appartenenti ad organizzazioni IT globali che si impegnano nel progetto, fanno la loro apparizione individui di Canonical, CERN, Cisco, Fujitsu, Intel, Red Hat, SanDisk e SUSE.”

Enterprise OSS e lo storage software defined

Enterprise OSS da 5 anni ha scoperto questo strumento ed ha voluto fin da subito implementarlo nei propri progetti, in datacenter oppure on premise e grazie ad un tuning sempre più fine è in grado di realizzare cluster Ceph perfettamente stabili e scalabili a partire da 3 nodi fisici.

Questi risultati sono frutto di studio preliminare, svariati test in laboratorio e applicazione sul campo. Ad oggi diversi clienti si avvalgono di queste soluzioni per la loro infrastruttura iperconvergente o di storage software defined.

Insomma questo Ceph sembra un duro anche se l’etimologia del nome sembra raccontare altro.

“Il nome "Ceph" è un'abbreviazione di "cefalopodi", una classe di molluschi che include il polpo. Il nome (enfatizzato dal logo) suggerisce il comportamento altamente parallelo di un polipo ed è stato scelto per associare il file system a "Sammy", la mascotte della lumaca di banana di UCSC.”

Ceph e i grandi nomi:

Alla prova dei fatti comunque non si parla di Ceph solo in Enterprise OSS, anche alla NASA hanno deciso di presentarlo e di servirsene per archiviare l’immane mole di dati giornaliera che proviene dai satelliti sopra le nostre teste

e al CERN lo si usa in ambiente di ricerca

nel video seguente infatti si può vedere come gli scienziati del CERN utilizzino Ceph in una crescente varietà di modi, dall'archiviazione a blocchi per OpenStack ai filesystem HPC all'archiviazione di oggetti S3.

Il funzionamento di questa infrastruttura da circa 20 petabyte richiede misurazioni continue e ottimizzazione delle prestazioni per garantirne il funzionamento ottimale.

Viene presentata la loro esperienza di ottimizzazione e ridimensionamento di RBD e CephFS,... E dal punto di vista operativo viene presentato il loro approccio alla messa in servizio e alla disattivazione dell'hardware, dimostrando alcune funzionalità avanzate come il bilanciamento Ceph.

In conclusione viene presentato cosa si prevede di implementare per gli storage al CERN, mostrando diversi scenari su come potrebbe svolgere un ruolo in questo progetto.

E a proposito di diffusione è ormai nota l’apertura del mondo dei container, docker e kubernetes su tutti a Ceph, che viene integrato tra gli storage necessari a far girare le micro applicazioni tipiche di questa tecnologia.

Per concludere non posso che invitarvi a visitare i nostri canali e valutare un approfondimento su questa tecnologia grazie ai nostri corsi di formazione, siamo sempre alla ricerca di partner e collaboratori.

Progetti Ceph - https://www.enterpriseoss.com/projects/

Assistenza Ceph - https://www.enterpriseoss.com/assistenza-proxmox/

Partnership EOSS - https://www.enterpriseoss.com/open-source-network/

Alla prossima settimana.

Enterprise OSS Staff

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