Ci sono molti modi di raccontare un evento RIOS, ce ne sono altrettanti, forse di più, quando chi racconta ha partecipato a quell’evento e poi c’è l’evento, in sé, con la sua scaletta, i suoi organizzatori, il suo pubblico e le innumerevoli variabili che lo rendono per il lasso di tempo in cui il sipario rimane aperto, come una creatura, vivo.
I 2 cents di Matteo Marcato: responsabile della comunicazione ITServicenet
Il mio evento inizia lunedì 07.11, a dire il vero ho messo piede all’EUR nel palazzo dei congressi l’08.11 alle ore 09:15, ma l’irresistibile attrattiva della città eterna ha suggerito una dilatazione del tempo ed è così che mi sono ritrovato su un aereo il giorno precedente, direzione naturalmente, Roma.
L’impatto con un evento live è sempre differente, può essere amore a prima vista oppure si può vivere una relazione occasionale con alti e bassi, c’è anche la possibilità che la scintilla non scocchi proprio, in quel caso solitamente non si rimane fino al termine.
Non è stato questo il caso, partendo dalla fine infatti posso dire che abbiamo “fatto chiusura” con i colleghi di ITServicenet e ce ne siamo usciti dopo una giornata intensa con i nostri cappelli rossi, gradito gadget riservato ai fruitori virtuosi dell’intero evento.
Ci siamo portati via ben protetti dal nuovo copricapo concetti, spunti di riflessione e finalmente il giusto quantitativo di rapporti umani, per i quali abbiamo ampi spazi nel magazzino del cuore da tornare a riempire, dopo gli ultimi due anni e mezzo.
Questo breve racconto però non vuole essere un reportage in stile giornalistico o seguire un noioso schema ingegneristico classico, voglio piuttosto saltare di palo in frasca, un po’ così, come dettano i due comandanti in capo che muovono le dita sulla tastiera: cuore e mente.
Dunque posso iniziare dicendo che non me l’aspettavo, non mi aspettavo di trovare così tanta gente ad un evento come quello di Red Hat, seppure i nomi degli sponsor e degli speaker annunciati fossero di altissimo livello si trattava sempre e comunque di un evento con temi complessi, spesso molto settoriali e quantomeno di nicchia.
Invece si è assistito ad un fiume di gente a passeggio tra gli stand e al netto dei raccoglitori di gadget (sempre presenti dalla sagra della porchetta al forum sulla fisica quantistica immagino), di persone che venivano a incontrarci all’angolo RIOS, composto da ben 4 banchi accoglienza.
Si trattava di curiosi oppure di clienti o potenziali tali sorridenti, che avevano voglia di dirci la loro sull’evento in corso e perché no, di stingere la mano.
Bella poi e soprattutto stupefacente la seconda parte, quando nel pomeriggio lasciate poche vedette a presidiare i gazebo d’accoglienza, gran parte dei visitatori si è spostata al primo piano, dove il vero momento nerd della giornata stava per compiersi.
Sei sale, adibite a luogo di raccolta per gli speaker di giornata, che per tre ore si sono alternati in contemporanea nelle diverse room sui più svariati temi, dal cloud native alla gestione del dato, dalla sicurezza informatica allo sviluppo di algoritmi di intelligenza artificiale.
Noi nella sala workshop riservata a RIOS abbiamo esordito con un sorriso ben evidente in viso, quando nel corso del primo speech abbiamo dovuto far aggiungere sedie in sala, e la soddisfazione si è trasformata in stupore quando dopo l’intervento dei prodi Davide Lamanna (Binario Etico) e Alessandro Bolgia (ITServicenet) su temi “leggeri" come Ceph e Kubernetes accoppiati, abbiamo visto accalappiare il secondo al volo alla discesa dal palco da alcuni uditori presenti in sala, per avere delle delucidazioni sul tema.
Un ricordo vivido è quello di Alessandro Favretto (SMC) che mi si avvicina a speech in corso, durante la mia foto session di rito e mi sussurra: “Siamo fighi o no?”.
Lo stupore si è poi ulteriormente mutato in effetto WOW quando dopo 2 ore di speech erano finiti i braccialetti segnalatori all’uscita dalla nostra sala, piccolo segno di riconoscimento per chi terminava di ascoltare un intervento, grande indicatore per RIOS dell’interesse suscitato dalle tematiche proposte, con un file rouge vincente che univa le tecnologie più disparate e ben 9 aziende sotto un unico cappello narrativo, quello della gestione del dato in tutte le sue fasi.
Che dire poi del piacere di salutare dal vivo quelle che per anni sono rimaste sagome in movimento dentro ad un monitor, nelle innumerevoli videocall settimanali del gruppo RIOS.
Riconoscersi e riscoprirsi uguali ma in fondo diversi una volta dotati della tridimensionalità che solo la presenza sa offrire.
Due aneddoti su tutti, l’abbraccio all’arrivo con Neviana Mazzocco (Seacom), che mi ha pure suggerito un B&B delizioso dove alloggiare e l’incontro con Stefano Marchetti (Red Turtle), che ha esordito sorridendo con un:
“Ciao Matteo, non sembravi così alto in call :D”
Per non parlare di tutti i ragazzi del marketing RIOS che indipendentemente dall’azienda di appartenenza hanno dato tutto per confezionare in 3 anni 3 eventi sempre di livello crescente, vedere dal vivo David, Federico, Claudio, Antonio, Enrico, Valentina, Maria Pina (che mi ha pure fatto i complimenti per il voiceover di audiobook) e qualcuno che sicuramente ora mi sfugge, sinceramente è stato molto bello.
Insomma per concludere è stata un’ottima esperienza, una giornata live incastonata in una tre giorni di Open Source Week giunto alla terza edizione, che conferma ancora una volta che il grande sforzo per realizzare un evento di divulgazione paga, paga sempre.
Al prossimo reportage sconnesso.
Ing. Matteo Marcato