Al tempo di covid19 molte sono le persone che nel pieno rispetto delle regole stanno lavorando per preparare un futuro migliore.
Ci sono coloro che hanno trasformato stanze di casa in uffici perfettamente funzionali, a patto di assoldare le "forze dell’ordine" (moglie o marito a seconda dei casi), per fare la guardia contro le incursioni di piccoli teppisti, incuranti delle faccende lavorative quotidiane dei loro genitori.
Viste le webcall che si susseguono a flusso continuo giorno dopo giorno, qualcuno ha dovuto anche improvvisarsi sceneggiatore, posizionando camere e microfoni in modo da far sparire stendibiancheria, ceste piene di giocattoli e attutire rumori di ogni genere che provengono da diversi angoli della casa.
Ma ci sono anche coloro che armati di autocertificazioni sempre più dettagliate vanno su e giù per le provincie d’Italia, qualcuno osa addirittura sconfinare in un’altra regione, e questo è il caso dei nostri due Ale.
La scorsa settimana infatti noi di Enterprise OSS ci siamo recati in datacenter presso Irideos a Verona per preparare delle nuove macchine.
L’obiettivo è quello di offrire a tutti i nostri clienti e a chi ne avrà bisogno una piattaforma per lo smart working completa, capiente e in linea con la riservatezza dei dati aziendali.
Al nostro cluster è infatti stato aggiunto un nuovo nodo, al fine di potenziarne considerevolmente le capacità di calcolo e lo storage.
A proposito di quest’ultimo sono stati aggiunti 8 nodi ARM che erogano storage di tipo S3 su filesystem gestito da Ceph.
Questo lavoro ha generato un più 30 TB di spazio storage utile.
Un numero sempre maggiore di aziende si rivolgerà ai professionisti del mondo ICT per trovare la migliore soluzione che permetta loro di lavorare da remoto, ma emergeranno sicuramente delle esigenze nuove che possiamo identificare in:
In particolar modo l’ultimo punto è spesso trascurato dai più, che si rivolgono ai colossi della Silicon Valley alla ricerca di un pacchetto all in one che non esiste in realtà e dunque sono costretti ad accontentarsi o a sacrificare qualcosa per poter lavorare.
E questo qualcosa è molto spesso proprio la privacy: dati, metadati, informazioni strategiche vengono messe in rete, incuranti del fatto che quando accettiamo le condizioni per utilizzare qualunque software solitamente diamo in cambio il permesso a visualizzare i nostri dati.
Non tutti hanno segreti industriali da tenere sotto chiave, ma crediamo che chiunque preferisca tenersi in casa il frutto dei propri sforzi, per non dare vantaggi competitivi alla concorrenza, ma anche per non permettere di tracciare tutte le proprie abitudini.
Cosa che accade regolarmente con app, motori di ricerca e social media, i quali per essere usati gratuitamente chiedono questo “pizzo”.
Ma mentre l’utente privato può (forse) accettare di perdere un po’ di riservatezza in cambio di servizi, per le aziende la questione è completamente diversa, anche perché non si parla di servizi gratuiti, anzi.
Per questo noi ci siamo fatti un nostro cloud privato, un vero e proprio spazio alla Amazon, e lo offriamo a chi desidera puntare su tutto quello che questo colosso offre, ma mantenendo come pilastro fondamentale la sicurezza del dato, non solo in termini di ridondanza e protezione dello stesso, ma proprio in termini di riservatezza dei dati aziendali.
Utilizziamo per lo più software open source in una combo vincente che parte dall’infrastruttura e arriva fino alle applicazioni di tutti i giorni:
Insomma crearsi un oggetto del genere in datacenter o addirittura on premise all’occorrenza non è più una chimera, noi di Enterprise OSS lo abbiamo già fatto e lo faremo sempre di più, con un occhio di riguardo alla riservatezza del dati aziendali, argomento troppo importante per essere trascurato in tempi come i nostri.
Enterprise Oss Staff