Chi nel 2020 non si è trovato a fronteggiare questa spinosa questione alzi la mano!
Didattica a distanza.
Tre parole che per molti genitori sono diventate un incubo.
Il più piccolo fa i compiti con la mamma, ma non sa usare ancora il computer.
- Non si trovano le lezioni, l’account, dov’è l’account.. ah eccolo. -
- Non ricordo la password, è la stessa della banca.. ahi! Ok ma abbiamo fretta dai. -
Va bene, almeno il grande si arrangia.
- Mamma sul mio computer non si vede questo file, non ho il programma per leggerlo. -
- Come? Chiama lo zio, lui se ne intende di computer, ma per quando è il compito? -
- Per domani. -
- Domani?! Ma sono le 7pm non potevi dirlo prima! -
- C’era la video lezione, ma la connessione saltava e ci abbiamo messo 3 ore. -
- L’acqua bolle, aspetta, me lo dici dopo. -
La didattica a distanza ci ha messo a dura prova, ma anche gli insegnanti non se la sono spassata di certo.
Tra google, microsoft, formati dei files di tutti i tipi, dimensioni degli allegati proibitive, documenti spediti e mai arrivati, compiti persi, compiti mai pervenuti agli studenti.
Non è stato facile.
Nel caos generale però le responsabilità dei risultati poco soddisfacenti della didattica a distanza non sono da attribuire ai poveri ragazzi o ai genitori, che hanno dovuto rivestire diversi altri ruoli oltre a quello di padre e madre.
E se possibile spezziamo una lancia anche a favore degli insegnanti, che hanno dovuto imparare velocemente ad utilizzare nuovi e spesso sconosciuti strumenti e provare a fare quello che non avevano mai osato prima: didattica a distanza.
La sfida più grande è stata utilizzare molteplici strumenti digitali, non integrati tra loro, che non avevano tutte le funzioni che ci si aspettava, o magari sì, ma non c’era nessuno ad insegnarci come si faceva.
E allora via con i test, i tentativi, gli errori e … e vabbè è andata come è andata.
Da settembre però tutto risolto, ripartiti con le lezioni in aula, distanziamento, lezioni regolari e addio al digitale, ma è davvero così?
Un software per gestire il registro, uno per le chat, gruppi whatsapp che si ripopolano di messaggi di ogni genere, compiti da inviare via email, via chat, via classroom.
Se lo studente è costretto a casa come studia?
In realtà è solo stata spostata la polvere sotto il tappeto.
Chi può dire di avere uno strumento che conosce bene e può manovrare senza intoppi, dove ci sia tutto ciò che serve per la didattica a distanza?
Uno strumento per
E come sarebbe bello se si potesse chattare per confrontarsi con lo stesso strumento, ma direttamente su quel file, proprio quello su cui sto lavorando e poterlo editare in tempo reale, sempre lo stesso strumento tramite il quale posso vedere il documento.
Magari si può fare ma.. come? Non so, si può fare? Sì, no, io faccio così, io non ho fatto così.
La formazione in questi casi è essenziale, come lo è la privacy, questi dati dove sono?
Quasi tutti si sono affidati a colossi come Google e Microsoft peccato che la situazione non sia così, diciamo lineare: di recente sono stati rilevati grossi problemi di compatibilità con il GDPR per questi strumenti, che mantengono i dati al di fuori dell’Europa.
Ne parliamo qui per chi vuole approfondire.
Un dirigente scolastico dovrebbe pre-occuparsi di questo, o meglio ancora essere tranquillo di non doversene preoccupare affatto, visto tutto quello a cui deve già pensare.
Esiste?
Se siete arrivati fino a qui ecco il vostro premio:
Questa soluzione esiste e si chiama Nextcloud, e grazie ad un particolare accordo con la casa madre da parte di ITServicenet, partner ufficiale per l’ITALIA di Nextcloud, è ora possibile averlo anche impegnando budget ridotti, che ogni scuola si può permettere.
Per raccogliere informazioni si può scrivere liberamente qui marketing@itservicenet.net oppure visitare il sito web dedicato https://nextcloud-italia.it
Buona didattica a distanza a tutti.