Licenze Open Source

Gennaio 6, 2020

licenze open source

Licenza: sostantivo singolare…

L’argomento è molto ampio e ci sarebbe moltissimo da dire. Fare ordine non è facile ma abbiamo scelto di dedicare questo primo post legale ad un tema generale per non entrare subito in dettagli e temi di nicchia, senza avere prima offerto gli strumenti generali per capire gli aspetti legali del FOSS – in particolare le licenze open source.

Cosa sono in realtà le licenze open source e non

Dal punto di vista legale la licenza è un testo, indipendentemente dal formato, in cui lo sviluppatore del software elenca i diritti degli utilizzatori del software, insieme anche agli obblighi che questi devono rispettare. 

La licenza è quel testo che a volte compare al primo utilizzo di un software e che accettiamo tendenzialmente senza leggere. 

La licenza è il contratto che due società firmano, perché una possa utilizzare un prodotto software creato dall’altra.

La licenza è quel testo che viene conservato insieme al codice sorgente in repository come GitHub, a volte sotto titoli parzialmente ingannevoli come ‘README’ o ‘LEGAL’.

In tutti i casi, si tratta di un testo che descrive – a volte in dettaglio o a volte in maniera molto generale – che cosa un utente può fare con un software. Può sembrare astratto ma in realtà si tratta di riflettere su un bene immateriale come il software concetti che sperimentiamo tutti i giorni. 

Vediamo un parallelo con un contratto che tutti conosciamo

Locazione (contratto di affitto) Licenza Software
Diritto di proprietà su un immobile Diritto di proprietà intellettuale su un software (diritto di autore)
Viene messo a disposizione di un soggetto, che lo utilizza Viene messo a disposizione di un soggetto, che lo utilizza
Il proprietario prevede dei limiti (es. niente animali, niente lavori di un certo tipo, etc.). Il proprietario prevede dei limiti (es. divieto di fare copie, possibilità di utilizzare il software solamente in laboratorio, etc.).
Il bene (l’immobile) è materiale e può essere messo a disposizione solo di un soggetto. Il bene (software) è immateriale e può essere messo a disposizione di un numero infinito di soggetti.

Una curiosità

L’autore di un libro di narrativa e lo sviluppatore di un software sono equiparati: il lavoro di entrambi è protetto dal diritto di autore. 

Nel caso del software, quindi, viene protetta non la funzionalità, ma l’esatta sequenza di caratteri nel codice sorgente. Se qualcuno li copiasse commetterebbe una violazione del diritto d’autore allo stesso modo di qualcuno che riutilizza, spacciandole per creazione propria, le pagine di un libro scritto da un’altra persona. 

Il diritto di proprietà intellettuale che proteggerebbe la funzionalità di un software è il brevetto, ma il tema della brevettabilità del software è oggetto di dibattiti da decenni e di contrapposizioni molto forti. In generale, possiamo considerare brevetti sul software possibili ma molto molto difficili da ottenere, almeno nel sistema europeo (un discorso a parte meriterebbe l’ambito USA).

Gli elementi fondamentali di una licenza sono tre

Due sono soggettivi e uno oggettivo:

1.  L’oggetto della licenza, che non è il software in quanto tale ma il diritto d’autore sullo stesso.

2.  Chi la concede (licenziante – parola non troppo bella). Si tratta del soggetto che ha sviluppato il software. Può essere una persona, che ha lavorato in proprio, oppure un’azienda, i cui dipendenti hanno sviluppato il software per conto dell’azienda. 

Si può anche trattare di un soggetto che ha comprato i diritti sul software in un momento successivo, o che ha a sua volta ricevuto una licenza, che gli dà il diritto di concedere ulteriori licenze a terzi (sublicenze). 

È sempre bene verificare che il licenziante abbia effettivamente il potere di concedere una licenza. In caso contrario, il diritto derivato del soggetto che riceve la licenza non può esistere (o non esiste nell’estensione voluta), con tutti i problemi che ne seguono.

3. Chi la riceve (licenziatario – termine ancora poco poetico, ma stiamo migliorando). Si tratta del soggetto che riceve la licenza. Può utilizzare il software solamente come previsto nella licenza stessa.

Software as a service (SAAS)

La licenza è il modello più vecchio con cui si ottiene la possibilità di utilizzare un software. Il modello si sta sempre più spostando verso il software as a service (SAAS), in cui non si ottiene una copia del software installata sul nostro pc da utilizzare come previsto dalla licenza, ma si utilizza/beneficia da remoto di un software che rimane installato su un’infrastruttura di terzi. In questo caso non si parla di licenza ma di un contratto di servizi. Anche nel mondo FOSS questa ipotesi sta prendendo piede, basti pensare alle Affero Gnu Licenses. Ne sono un esempio i TOOLS di Enterprise OSS.

Una precisazione

Ho lavorato con sufficienti sviluppatori per sapere che nella maggior parte dei casi, parlando con i tecnici di licenza, il pensiero corre subito a quella parte di codice che abilita/disabilita un software rispetto a quelle funzionalità che un utente non può (o meglio, non ha pagato per) utilizzare. Abbiamo visto che dal punto di vista legale, e direi anche generale, è una cosa diversa.

Inoltre, non è detto che modalità di utilizzo non concesse dalla licenza (testo) possano essere bloccate dalla licenza (software) – in alcuni casi non esiste uno strumento tecnico per farlo. Pensiamo al caso di un software per la gestione di e-books, che viene utilizzato per leggere libri ottenuti illegalmente. 

In generale comunque la licenza (software) è uno strumento per far valere i limiti imposti dalla licenza (testo).

Cosetta Masi

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