Da molto tempo era ospite nella mia libreria un volume per me poco attraente. Non per la forma o per la copertina s’intenda, ma per la tematica che si intuisce dal titolo.
“La società a costo marginale zero.”
Difficile anche ricordare come ci sia finito in libreria e perché, ma qualche giorno fa senza potermi spiegare il motivo ho deciso che volevo leggerne qualche pagina.
Ammetto che le prime hanno avuto lo stesso effetto che ha sul sottoscritto una ripida ascesa in montagna: curiosità e aspettativa di trovare qualcosa di bello vengono subito smorzate dalla fatica e dalla sensazione di pesantezza crescente durante la salita.
Ecco l’inizio della lettura di questo volume è stato esattamente così, però ho deciso di parlarvene perché dopo le prime schermaglie con concetti a me non congeniali, hanno cominciato ad apparire tematiche invece molto interessanti.
Internet of things, stampa 3D, open source, commons collaborativo..
Cosa racconta dunque questo volume? Ammetto di non averlo ancora finito ma posso dire che mi ha colpito molto il tentativo dell’autore, per altro ben riuscito, di descrivere l’ascesa dei modelli di impresa che lui definisce laterali.
Cioè quelle aziende che credono e prosperano non centralizzando tutto, dalla raccolta della materia prima alla produzione del prodotto finito, queste sono definite a integrazione verticale, ma piuttosto basandosi su tecnologie e “materie prime” già esistenti, e sfruttandole per costruire qualcosa di nuovo.
L’autore in sostanza fa un excursus sulla nascita di aziende colossali che hanno dominato l’economia dal dopoguerra in avanti, descrivendo il motivo delle loro scelte e il loro modello di business. Ma racconta anche di come tutte le aziende più grandi stiano cedendo piano piano sotto la spinta di un nuovo modello economico, figlio del capitalismo per certi versi, ma molto più “sociale”, il commons collaborativo.
È affascinante vedere come se ne evochino le origini nella lontana epoca feudale ma tornando ai giorni nostri si dimostri come le tecnologie nate negli ultimi 20 anni, come internet per esempio, abbiamo creato un nuovo terzetto energia-trasporti-comunicazione che sta generando una nuova rivoluzione industriale, destinata come le precedenti a cambiare le sorti dell’economia mondiale.
Se ci pensate le avvisaglie di questo racconto apparentemente di "fantaeconomia" sono ben visibili oggi, nonostante la presenza dei big 4 (Facebook, Amazon, Goole, Apple). La diffusione dell’open source, delle energie rinnovabili, della stampa 3D e la crescita continua della potenza computazionale stessa dei computer sono tutti fattori che fanno crollare il costo degli elementi costituenti diversi oggetti (o servizi) di parecchio, generando una società a costo marginale quasi zero.
Dove per costo marginale si intende il costo necessario per produrre un oggetto in più.
L’autore racconta infatti di un modello economico in fase di sviluppo che a suo dire porterà nel tempo ad avere a fronte di un esborso di poco denaro moltissimi servizi, anche essenziali, come quello dell’energia, e il tutto grazie a reti, condivisione di conoscenza e collaborazioni tra enti anche senza scopo di lucro.
L’autore racconta dell’avvento dell’internet of things non solo come di una raccolta dati colossale grazie a infiniti dispositivi interconnessi, ma proprio grazie a queste reti tutte combinate tra loro sembra visionare già un’evoluzione in una società molto più equa e meno centralizzata.
Insomma mi rendo conto che concentrare in 600 parole un intero volume di “visio-economia” da 450 pagine sia un po’ riduttivo, ma spero di avervi dato qualche spunto di lettura.
Enterprise OSS è una associazione che è nata esattamente riflettendo i temi che vengono trattati in questo libro: dall’open source alla collaborazione tra menti alla divulgazione di tematiche tecnologiche molto attuali e spesso a costo zero.
Quindi quel richiamo che ho sentito arrivare dalla libreria qualche giorno fa forse non è stato casuale. In attesa di incontrarvi fisicamente in laboratorio o virtualmente online sui nostri canali vi auguro una buona lettura.
Alla prossima settimana.